Home / NEWS / QUANDO INIZI A FARE CROSSFIT… STORIE DI VITE CHE CAMBIANO..

QUANDO INIZI A FARE CROSSFIT… STORIE DI VITE CHE CAMBIANO..

E’ solo crossfit.
Sei sempre stato un fanatico della solita palestra. I ramificati. Le proteine. E la mitica frase “tu quanto fai di panca piana?”. Nella tua palestra, il proprietario sta pubblicizzando “il box”. Strani aggeggi che vengono fissati al muro, strane palle di cemento. Tu fai sala pesi. Anche se sembra che non ti stia portando da nessuna parte, una sorta di tapis roulant della tua vita.

Un amico ti suggerisce di provare a entrare nel “box”. Dove si fa CrossFit. “Una trovata americana”, pensi. Ma quel tuo amico è esaltato. Tu hai sempre smesso di ascoltarlo nel momento in cui iniziava a usare quelle sigle ignote da codice
morse (WOD, AMRAP, EMOM??). Alla fine cedi e decidi di andare a fare una lezione prova, giusto per farlo tacere una buona volta.
Entri nel Box e la cosa che pensi è “Cosa?? Aspetta, no, ma questi sono tutti invasati”. Ti guardi in giro, pochi pesi, niente panche, qualche cyclette di forma strana, e sei tipo “ beh, oramai sono qui. Cosa sarà mai. E’ solo crossfit.”
Ti sei messo la tshirt giusta. Quella della Gold Gym, che fa sempre figo. Sei comunque grosso, più grosso dei tuoi futuri compagni di box. E dici dentro di te “sono anni che faccio sala pesi. Cosa ci vuole, questi smilzi me li mangio a colazione.” Tutti vestiti di Reebok. Bagnano le mani in una strana sostanza bianca. E dopo una breve spiegazione del “WOD” scritto alla lavagna, tu pensi
alla tua scheda, 3×10, 3×8… Cosa vorranno dire mai tutti questi nomi inglesi?
Poi ad un tratto, tutti si fanno seri, e fissano il timer, che scandisce il conto alla rovescia 10, 9, 8… La musica si fa assordante. Ma dà una strana carica emotiva. 3, 2, 1 e tutti partono. Mancava solo lo sparo dello starter, come in una gara di atletica. Ma tu capisci subito che qui non vince chi arriva primo. Vince chi arriva alla fine. Possibilmente vivo.
Poi inizi anche tu fissando quel maledetto timer. E dopo pochi minuti, vorresti solo morire. E mentre stai pensando ai tuoi figli che cresceranno senza un padre, ti chiedi “perché?”. E ti ritrovi assurdamente motivato dall’umiliazione. “Non è umano, pensi”. Vomiti nel cesto della carta. Disgustoso. Ma c’è ancora quel dannato senso di umiliazione.
E passata la nausea, ti iscrivi.
La seconda lezione va ancora peggio. Inizi subito a odiare quei terribili “burpees”. E vomiti. Sempre nel cesto della carta. Ma in qualche modo, ti senti piuttosto compiaciuto. Hai anche imparato a conoscere il vocabolario.
Dopo qualche settimana sei ancora lì. Non riesci a farne a meno. La cosa diventa seria mentre le tue mani si aprono a causa dei pull up. Fa male, ma cominci a sentirti uno di loro. Cominci a capire come funziona. E vomiti. Nel cesto della carta. Perché non è diventato più facile. Non è cambiato nulla. Ma a questo punto la battaglia non è contro il tempo, né contro i tuoi compagni che sono diventati i tuoi alleati migliori. Loro finiscono prima di te, ma non ti mollano con i loro incitamenti finché non hai finito anche tu. La battaglia è con te stesso. Tu sei l’unico rivale. E ogni volta che finisci la guerra del wod e pensi “siamo fuori di testa, basta mi fermo qui”, appena esci dalla doccia vai sul sito a prenotare la prossima classe.
Ok, sei completamente convertito, e non c’è via di ritorno. Impari ad amare i Cindy, i Barbara, gli Angie, i Diane e punti al record del tuo primo Murph.
Inizi a metterti a testa in giù per quei maledetti HSPU. Fai squat come non ricordi di aver mai fatto in sala pesi. E poi c’è lei: la corda. E quei dannati double under. Piano piano ne metti uno, poi un altro. E ora comandi tu. Non più lei. Una mattina il tuo WOD fa schifo, e non pensi ad altro tutto il giorno, corri su youtube a guardare i video tutorial per migliorare la tecnica. Piano
piano per te i clean, i jerk, gli overhead non sono più un mistero. Provi ancora istinti omicidi quando vedi scritto burpees alla lavagna. Hai le caviglie piene di graffi per i box jump. Ma hai imparato a chiudere uno snatch.
E punti al tuo primo Muscle UP, perché oramai non c’è possibilità di ritorno.

Ti senti costretto a comprare delle speciali scarpe da Crossfit. Preferibilmente le nano. Ti compri le polsiere, i guantini, la cintura, i tape per le mani. E almeno due o tre magliette ufficiali Reebok. E poi la fame. Hai una fame di un T-rex a digiuno da un periodo mesozoico. Mangi petti di pollo come fossero caramelle gelatinose.
Non esistono le feste comandate. I giorni di chiusura del box ti fanno provare istinti suicidi. Vai in vacanza e ti trovi a correre sulla spiaggia e fare un Cindy per conto tuo. Metti in valigia le infradito, il costume e la corda per saltare, solo perché pensare di non allenarti per una settimana è decisamente troppo.
I tuoi amici iniziano ad odiarti perché parli solo di crossfit, posti continuamente video di Fraser e Froning, e metti like alle pagine dei Games. I tuoi non-CrossFit amici, ecco. Perché poi ci sono i tuoi amici del Box, quelli che rispettano quell’unica regola non scritta: non si può parlare d’altro oltre CrossFit. Così un perfetto sconosciuto, o il postino, il macellaio o il fioraio che scopri essere un crossfitter diventa tuo amico a prescindere. E ancora oggi, dopo anni a praticare questo sport, sei ancora lì, a fissare quel
maledetto timer, con la musica che cresce incalzante, i battiti del tuo cuore che aumentano, come i giri del motore di un’auto da corsa. Pronto, con la magnesia alle mani, con i calli rigorosamente aperti, le caviglie sanguinanti.
Sai che i tuoi compagni invasati ti inciteranno a non mollare. Anche questa volta sarà una guerra contro la tua volontà, contro quei limiti che pensavi di avere e che stai abbassando ogni volta, come l’asticella di un limbo. Quei limiti che erano solo nella tua testa, nascosti tra le scuse. Sai che finito il wod stramazzerai anche questa volta a terra, pensando “chi me l’ha fatto fare”.
E forse vomiterai nel cesto della carta. Fisserai il soffitto mentre cercherai di non morire.
Ma non sei preoccupato, perché ti rialzerai anche questa volta. In attesa del prossimo wod scritto al lavagna, come uno studente che legge il tema d’esame di scuola. Fisserai ancora una volta quel timer, agguanterai il tuo bilancere con una splendida hook grip, in attesa del prossimo count down, 3, 2, 1…
Perché questo è solo crossfit.

 

Bellissimo “pensiero” di Massimo Ferrario, Team20020

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *